lunedì 18 febbraio 2013

La prima volta

Prima era solo un telaio, una piega manubrio  due ruote e poco altro. Poi è arrivata la meccanica, tutti i piccoli dettagli a renderla quasi più di una semplice bicicletta, un oggetto del desiderio, il mio.

Poi è arrivato il weekend, banco di prova in una bella giornata di sole, una temperatura accettabile e tanta voglia di assaggiare quale sensazione potesse regalare questo nuovo giocattolino.
Naturalmente se l'idea era quella di saggiarla su un terreno il più pianeggiante possibile, ben presto ho dovuto fare i conti con la salita, 7-8km verso Marzio.
Fino a quel punto ho provato qualche km in posizione e due sono le cose che mi sono subito saltate all'occhio. La prima: cazzo che fatica, piegato sulle appendici, la cassa toracica compressa come in una morsa, le gambe piene già dopo qualche km, ma siamo sicuri che le ruote non siano frenate o che non abbia un qualche peso attaccato dietro!? La seconda: ciao ciao schiena, ciao ciao collo... pochi km e già schiena e collo mi sbraitavano contro imprencando a ogni cm di asfalto.

Marzio ci aspetta
La salita come prevedibile è una specie di strazio, le braccia potrei tranquillamente legarmele dietro la schiena tanto a poco mi servono, lavoro di gambe, spingo solo di gamba, piegato a 90° facendo una fatica boia e non riuscendo mai a trovare un ritmo normale. E' una sensazione strana, esattamente come prima, come se avessi un sasso legato alla ruota dietro. Però passa e siamo in cima, pronti a scendere. Ero timoroso fin dall'uscita da casa per le discese e qui invece mi devo ricredere, pensavo di essere instabile e praticamente fuori controllo e invece nonostante la posizione decisamente fuori dal convenzionale e la strada bagnata riesco a scendere bene, sotto controllo e senza particolari difficoltà.

A conti fatti dovrei praticamente dire che non è la bici che fa per me, io che sono amante della salita e decisamente molto lontano dall'essere un passista però, mi ha fatto scattare quel non so che che me la sta facendo già amare. Ieri sono uscito di nuovo, 50km, molta più pianura, molta più strada disteso sulle prolunghe, l'inizio è stato scoppiettante, quando le gambe girano la bici vola ma basta un pizzico di affaticamento e ti pianti come in una sassaia...sul lago sembravo viaggiare su una graziella, ormai bollito da un vano tentativo di sembrare un vero ciclista!

Però la bicicletta è anche questo, una sfida con se stessi, a sradicarsi dalle proprie abilità e capacità consolidate per crearne delle nuove ed essere così più forte, più veloce, più libero!

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